Donna che scatta una foto con una fotocamera reflex in un ambiente naturale.

Mi chiamo Ardita,

Sono una fotografa, ma anche una dottoressa forestale e un’alpinista part-time.

La montagna è il mio fil rouge, il mio posto di quiete.
Sono nata vicino alle montagne e le ho vissute in ogni sfumatura. Studiandone i delicati equilibri ho sentito nascere il bisogno di raccontarle.

Ho scelto la fotografia, per illustrare un viaggio: il movimento dell’uomo, tra le pieghe di questi Mastodonti antichi, ma soprattutto fragili.
Un gesto d’amore, per restituire dignità alle “terre alte”, viste non più come arena in cui misurare il proprio ego, ma come luoghi che accolgono e si donano a chiunque, senza giudizio.

Cercando il legame tra le Alpi e l’uomo, ho imparato a raccontare le storie anche attraverso le immagini, costruendole intorno alle persone, alle loro emozioni e ai luoghi che le accolgono.
Osservo, raccolgo dettagli, seguo i fili dei racconti, per rendere visibile ciò che non è evidente.

In questo dialogo tra montagne e persone, trova spazio la mia voce, che osserva, custodisce e restituisce, mentre mi trovo ad ascoltare le voci del vento sulle cime, i silenzi della neve e il brusio delle persone che cercano in montagna un frammento di se stesse.

Perché lavorare con me

1)

Perché ho maturato esperienza sul campo, documentando eventi sportivi di rilievo internazionale - tra cui Étape du Tour, Gran Fondo, UTMB, Ironman, Spartan Race e Hyrox.
Le mie fotografie di arrampicata sono state pubblicate su guide specialistiche e sulla rivista The Pill Magazine.
Inoltre, collaboro occasionalmente per cerimonie, eventi, spettacoli e performance.

2)

Perché ho sviluppato una buona attitudine lavoro in team, grazie alla collaborazione con altr* fotograf* e al costante contatto con atlet*, pubblico e clienti.
Sono anche particolarmente attenta alle esigenze delle persone: ascolto, mi adatto e trovo soluzioni che facciano sentire chi ho davanti a proprio agio. Quando fotografo ho due priorità: non intralciare l’azione sportiva e consegnare i migliori risultati possibili.

3)

Perché credo nell’inclusività e in una pratica sportiva aperta a chiunque. Il mio lavoro si concentra principalmente sulla rappresentazione femminile, ma tento anche di dedicare particolare attenzione a chi trova meno visibilizzazione all’interno dei media “mainstream”. Nel mio piccolo, cerco di dare spazio a chi rimane più spesso ai margini, perché vorrei che la fotografia si proponesse anche come strumento per creare immaginari in cui ci sia possibilità di riconoscersi e trovare posto.

Come lavorare con me

Scrivimi e sceglieremo insieme qualcosa di adatto a te!